
parlato con una signora giovane, che si lamentava del mucchio di panni
da stirare in pausa pranzo e che la attendevano a casa.
“Con questo caldo, poi!" ho commentato.
“No, a casa abbiamo l’aria condizionata.” mi ha risposto.
Ed io ho pensato: lei e il marito a casa hanno l’aria condizionata, in auto
hanno l’aria condizionata, in negozio hanno l’aria condizionata...
Mi è sembrata una risposta a queste parole del post di Mercalli:
"Nelle società urbane c'è chi si sveglia al mattino in un ambiente artificiale (un appartamento dove la temperatura è controllata sia d'estate che d'inverno), prende un ascensore, va in un garage, sale su un'automobile climatizzata, entra in un altro garage, sale in un ufficio climatizzato dove passa 8 ore, riprende l'auto e torna a casa, limitando a pochi minuti al giorno la percezione reale di quello che c'è fuori."

Appena sotto, c'era un altro post rivolto ai giovani in sciopero per protestare contro il cambiamento climatico:
"Voi siete la prima generazione che ha preteso l’aria condizionata in ogni sala d’aula; le vostre lezioni sono tutte fatte al computer; avete un televisore in ogni stanza; passate tutta la giornata a usare mezzi elettronici; invece di camminare a scuola prendete una flotta di mezzi privati che intasano le vie pubbliche; siete i maggiori consumatori di beni di consumo di tutta la storia, comperando in continuazione i più costosi capi di abbigliamento per essere ‘trendy’; la vostra protesta è pubblicizzata con mezzi digitali e elettronici.
Ragazzi, prima di protestare, spegnete l’aria condizionata, andate a scuola a piedi, spegnete i vostri telefonini e leggete un libro, fattevi un panino invece di acquistare cibo confezionato."
Speriamo che i giovani seguano il consiglio, anche se tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare...